venerdì 28 marzo 2014

Zuccheri girovaghi per Brescia

Due anni fa sono arrivata con le valigie in Cast, e in un anno ho visto solo il tragitto da Cast alla Metro e ai vari hotel. Come se non esistesse altro...
Oggi ci ritorno con la macchina piena di zuccheri e con il mio Tomtom che ha meno senso dell'orientamento di me e ne scopro un mondo che nemmeno immaginavo.


Sono stata in otto realtà, ognuna diversa dall'atra e ognuna con esigenze diverse.
In un ristorante a Bergamo dove abbiamo fatto un dessert dai colori terrosi e autunnali, forse a richiamare questa primavera che ha fatto un inversione di marcia proprio quando doveva cominciare.


In gelaterie sparse qui e la in città e in provincia, a provare semifreddi e meringhe fiammate al caramello.

Abbiamo pasticciato tra la farina dei forni, con cake e biscotti... e in bellissime pasticcerie che si affacciano sul Lago, intenti a giocare con mousse e creme e dare vita al fondente pallido rendendolo colorato e profumato... in questo caso di ciliegia.




E la cosa più bella è prendere tutto quello che queste realtà ci offrono. Spunti, consigli, idee. Perchè girare serve proprio a questo. E' un dare e ricevere, un acquisire non pianificato e senza dubbio fondamentale. Di cui a un certo punto ti rendi conto di non poter fare a meno.

sabato 22 marzo 2014

Tartelletta frangipane

Adoro le torte da forno e la pasticceria secca, molto più che mousse e creme varie. Non so perchè, ma se c'è un frollino croccante che mi guarda, e a fianco un bicchierino di mousse ai lamponi che mi chiede di mangiarla, io non ci penso nemmeno. Abbandono la mousse al suo destino e mi butto sul crunch del mio frollino. Meglio ancora se con frutta secca e cioccolato...

Quindi... perchè le tartellette devono essere solo quelle di frutta fresca e crema pasticcera?

Ecco un'idea diversa... Un fondo di frolla, una goccia di confettura ai lamponi e un frangipane alla vaniglia con qualche granello croccante sulla superficie.



Frolla per tartellette

240g burro fresco
190g zucchero vagliato medio
95g tuorlo
95g polvere di mandorle
380g farina debole

Impastare il burroa pomata con lo zucchero, aggiungere le uova tiepide, poi la polvere di mandorle e infine la farina. Lasciar riposare in frigo per qualche ora. 
Stendere dello spessore di 3mm e foderare gli stampi per tartellette.

Frangipane alla vaniglia

200g Burro fresco
200g zucchero fondente in polvere
200g uova tuorlo
200g polvere di mandorle grezze
70g fecola di patate
n.1 vaniglia in bacche

Impastare con la foglia il burro a pomata con la vaniglia e lo zucchero fondente. Aggiungere i tuorli tiepidi. Infine aggiungere anche la fecola setacciata e la polvere di mandorle.

Composizione

Sul fondo delle tartellette fare uno spuntoncino di confettura. Coprire con il frangipane e spolverare con lo zucchero in cristalli Kandis.

Cuocere a 165° per circa 15 minuti.
 






martedì 18 marzo 2014

Juventus Stadium

Oggi ero allo stadio della Juve. 

In 20 anni che ho vissuto a Torino credo di essere entrata in uno stadio forse una volta. E forse per sbaglio. Però vederlo vuoto, fa veramente uno strano effetto. Niente partite, niente giocatori e tantomeno tifosi. Tutto libero, sgombro e illuminato dal sole. 

Ovviamente ci sono entrata per il motore che muove le mie giornate... la pasticceria. 
Si parla di zuccheri e del loro impiego. Una giornata decisamente costruttiva in laboratorio, tete à tete con Gerry, lo chef.

C'è un piccolo dettaglio che non ho sottolineato. All'interno ci sono 13 aree ristorante per un totale di 4800 coperti a pieno regime. Una cifra sbalorditiva.
E noi abbiamo parlato di mousse, semifreddi, cake e creme. Di zuccheri e ingredienti, di chimica.

Insomma, una gran bella giornata.

E per tutti i tifosi sfegatati che hanno visto la mia foto e invidiato... merita davvero di metterci piede almeno una volta. Se pensate che a me non frega una cippa del calcio e mi sono emozionata, non immagino nemmeno l'effetto che potrebbe fare a voi. 

Poi, entrare "da dietro", entrare nelle cucine e nei luoghi per gli "addetti", per quanto mi riguarda sono mille punti in più.


lunedì 17 marzo 2014

Frollini sbagliati

Si impara molto più dagli errori che da ciò che ci viene bene. Me l'ha detto qualcuno una volta. E in realtà me lo continuo a ripetere ogni volta che posso e che mi assale lo sconforto...

Nei rapporti, nella vita di tutti i giorni e nella pasticceria. Nulla di più vero. A volte bisogna fare dei pasticci per poterli rimediare e fare andare tutto per il meglio. E a volte è prorpio dagli errori che nasce qualcosa di inaspettato. Un sorriso che ci ricorderemo o delle lacrime di cui avevamo bisogno.

E in questo caso parlo di frollini. La ricetta doveva essere un frangipane, ma ho scritto male o chissà cosa ho combinato... solo che subito dopo aver messo la farina in planetaria mi sono resa conto che come frangipane non aveva un futuro. 

Allora ho finito di impastarla e l'ho lasciata riposare in frigo. Rifacendo come si deve, quella del frangipane.

Tirata fuori ho formato delle palline come si fa con i baci di dama e infornato a 160°

Questo è il risultato:


Ovviamente poi ci sono quegli errori per cui ti mordi le mani. Come perderne la ricetta.
Felicità.

domenica 16 marzo 2014

Vita da Cast - Pasticceria Internazionale

E con i due giorni in Cast sale la nostalgia. Fiera che mi abbia portata a quello che sto facendo ora, ma piena di ricordi. 

Soprattutto di persone e di momenti, di risate, di pianti e litigate. Di notti passate a parlare e a non dormire, con il potersi coricare troppo tardi e la sveglia che suona troppo presto.

Ma chiunque ci sia passato sa che non mi sbaglio, che in un qualche modo Cast entra sotto la pelle e non ne esce più. Perchè ne nasce una famiglia che non hai scelto ma che è bellissima, che ti accompagna in questo anno impegnativo e in questa svolta...

E scavando nel pc ho ritrovato l'articolo che avevo scritto, "Vita da Cast"... e che dedico a chi, come me, ha scelto questo fantastico percorso.


"Vita da Cast

CASTalimenti: centro arte scienza e tecnologia dell’alimento, la scuola di cucina. Questa la definizione canonica che possiamo leggere su opuscoli e internet. Un centro di formazione di alto livello, la migliore in Italia, il tempio della Pasticceria fondata da Iginio Massari e diretta da Vittorio Santoro. Docenti e corsisti che provengono da ogni angolo d’Italia per partecipare agli svariati corsi che durante l’anno si tengono in sede, a Brescia, e che spaziano dalla pasticceria, alla cucina e alla decorazione. Questo è in realtà solo uno scorcio formale di questa grande e sfaccettata realtà… Perchè Cast non è solo formazione, non è solo quanto l’acronimo ci dice, ma è passione, sacrificio e voglia di imparare per essere catturati da questo mondo affascinante che è la pasticceria, in bilico tra chimica e fantasia.
Vi parlo in questi termini perché sono una dei dodici stagisti che hanno scelto di vivere e lavorare in Cast per un anno, scambiando la propria prestazione lavorativa con tutto il sapere che ci circonda, comportandoci da spugne con maestri, chef, eventi e dimostrazioni, per non lasciarci sfuggire neanche una pillola di conoscenza fondamentale per il nostro futuro. Cos’è Cast per noi? E’ casa, è lavoro, è il trampolino per il nostro sogno e la nostra professione. E ci crediamo tutti, anche perché non sarebbe possibile sostenerne i ritmi se non mossi da questa più totale convinzione. Siamo a fianco dei maestri quando fanno i loro corsi e le dimostrazioni, quando si allenano, la mattina presto ad aspettarli e far sì che tutto sia pronto e la sera tardi, quando se ne vanno, per sistemare tutto e allestirlo per il giorno successivo; noi siamo lì, sempre, come “angeli custodi”, per citare le parole del maestro Diego Crosara. Una miscellanea di ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte di Italia e accomunati dalla stessa passione che col tempo diventano inevitabilmente la tua famiglia, tra lavoro, incomprensioni e risate. Ormai sono 5 mesi che sono in questo mondo e sono felice di esserci entrata, per puro caso e totale convinzione. Non è stato facile i primi tempi inserirsi in un mondo nuovo e in un gruppo già formato, non è facile ora, per tutti noi, star dietro alle mille cose da fare e agli orari molto più impegnativi di quello che si possa pensare. Ma nessuno di noi ha la minima intenzione di mollare, di lasciare il percorso, perché è un’opportunità troppo importante per essere lasciata a metà strada. E sorrido quando gli amici mi dicono che sono una pazza perchè sono orari impossibili e mi vedono stanca. Sorrido quando qualcuno mi dice che non diventerò mai pasticcera perché ho fatto tutt’un altro percorso e mi sono laureata, perché appartengo ad un altro mondo. Sorrido perché noi ragazzi l’abbiamo scelto, abbiamo pesato e soppesato questo impegno e questa opportunità che significa mettere da parte per un anno la propria vita abituale, i propri affetti e il lavoro. Si, è stancante, stressante, sfibrante, ma quando lavori accanto ai maestri e assisti alla magia della chimica degli elementi, alla tecnica e al sapere che applicano con così tanta naturalezza e alla passione che sanno trasmettere, ti rendi conto che ne vale la pena, che la stanchezza non conta e che sei proprio nel posto in cui vorresti essere.
Cast per noi non è solo una scuola di cucina, è una scuola di vita. Non si impara solo il mestiere, ma si impara l’umiltà, il non essere nessuno e pian piano emergere e far capire di sentirsi una vite dell’ingranaggio, si impara la convivenza, la collaborazione, la sinergia. Perchè la pasticceria è anche tutto questo. Credete forse che Iginio Massari, o maestri come Comaschi, Magni, Bozio e tutti gli altri abbiano cominciato in contesti tanto diversi da quello in cui viviamo noi? Credete che da ragazzi non abbiano passato giornate intere alla plonge o a scrostare teglie e lavare pavimenti? Che non si siano svegliati prima del sole per infornare qualche croissant e siano andati a dormire a notte fonda? Credete che ancora non lo facciano? E salendo un gradino alla volta sono diventati quello che sono. Non è un corso che ti rende pasticcere, o cuoco, ma qualcosa che nuove da dentro, che ti spinge e non ti fa mollare anche nei momenti più complicati e più duri, quei momenti in cui resisti solo grazie alla forza dei nervi e della tua volontà. Questa è Castalimenti, per noi, per me."




Torta frangipane alle Pere

Fare colazione con la torta che hai provato ieri e pensare "cavolo che buona!", non ha prezzo.
Stimate le due cose da correggere a livello formale più che sostanziale, ne mangio ancora una fetta. 

Ho sempre avuto lo spauracchio del frangipane perchè mi dà l'idea che non cuocia. Alloza zac, sostituito la fecola alla farina e via la paura, è rimasto morbidissimo! 

La frolla poi è una frolla montata molto semplice e molto friabile.

Infine la glassa è un cremino alla mandorla con dello zucchero kandis all'interno per dare croccantezza.

In ogni caso è tutta un'altra cosa mangiare qualcosa che non solo hai fatto tu, ma che hai anche pensato e ragionato... sotto trovate la ricetta.

 
Frolla montata

120g zucchero fondente in polvere (per chi non l'avesse usare il velo anche se meno fine)
300g burro fresco
80g tuorlo
395g farina debole
97g mandorle in polvere
5g baking
n.1 vaniglia in bacche 

In planetaria montare con la foglia il burro a pomata con la vaniglia e lo zucchero fondente. Aggiungere i tuorli tiepidi, poi le mandorle in polvere e infine la farina setacciata col baking. 
trasferire in una sac a poche e riempire gli anelli diametro sedici per fare bordi e contorno, come fossero una tortiera. Livellare con una spatola.

Frangipane alle pere

140g burro fesco
200g polvere di mandorle
200g uova intere
130g zucchero fondente in polvere
150g cioccolato fondente 55%
50g fecola
130g pere sciroppate a cubetti 

In planetaria far girare il burro a pomata con lo zucchero, aggiungere le uova tiepide e il cioccolato fuso. Aggiungere poi le mandorle e la fecola setacciata. Terminere incorporando a mano le per sciroppate sgocciolate.
riempire il fondo di torta rimanendo più bassi della frolla di circa 1cm di altezza.

Infornare per circa 40min a 165° (temperatura e tempo dipendono dal forno). Una volta sfornata capovolgere gli anelli sottosopra per trovarsi la frolla sopra e il frangipane sotto. Non sformare, attendere che si raffreddi.

Glassa cremino

335g cioccolato al latte
135g pasta d mandorla pura tostata
35g burro anidro liquido
30g zucchero kandis

Precristallizzare il cioccolato. Unire la pasta di mandorle e il burro a circa 17°. Se la temperatura non è ancora quella corretta (25°) temperare la massa. Unire lo zucchero e glassare la torta. Lasciar cristallizzare.











 

sabato 15 marzo 2014

La mia mousse cheesecake

Sono stata due giorni a pasticciare... ecco uno dei risultati.

La mia mousse cheesecake
...in due versioni

un fondo di bretone alla cannella e carafin, una mousse al formaggio e la gelatina al lampone. E qui e là non mi sono fatta mancare un po' di streusel croccante al kandis ricoperto di cioccolato al latte.

Non l'ho ancora asaggiata, devo essere sincera... ma stasera vi dico com'è :)

Era da praticamente un anno esatto che non mi rimettevo la divisa Cast. Che non entravo nei laboratori e mettevo mano su ingredienti, forni e attrezzi. 

Ma tornarci adesso è tutta un'altra cosa. 

Rientri in quei luoghi che sono stati casa, che hai vissuto con persone con cui hai trasorso momenti indimenticabili e ti accolgono nuovi ragazzi che ora hanno preso il vostro posto che stanno percorrendo quel meraviglioso e stancante sentiero che hai fatto anche tu. 
Sta volta ti cambi nel camerino dei docenti, ti aiutano a scaricare la macchina e ti danno una mano in laboratorio. Qualche giorno prima mi hanno anche spiazzato chiedendomi la lista spesa e come preparare l'aula. Che strana la vita.

E due giorni sono volati. A fare il piccolo chimico. A preparasi per il nuovo lavoro che hai cominciato e che non è più solo un gioco, ma dove devi essere preparata come si deve.
Tra prove che vengono esattamente il contrario di quello che speravi e altre che sono proprio come le immaginavi.







domenica 9 marzo 2014

Uno spettacolo di pasticceria - Pasticceria Internazionale

Ho incontrato Livia Chiriotti a Host di tre anni fa.
Avevo chiesto il permesso dal lavoro (ufficio Stampa Slow Food), per poter essere quel venerdì allo stand di angelo Po'. Ero un'appassionata di pasticceria, non potevo perdermi il tris di prsonalità che avrebbero partecitato: Massari, Di Carlo e Fusto.

All'epoca però ero una dilettante, sapevo poco o nulla sulla chimica e sulle basi che regolano la pasticceria, ma mi piaceva imparare, ascoltare e assaggiare. Non avevo idea di cosa fosse la raplette nè un tarocco. Tantomeno che esistessero così tanti zuccheri da non poterli contare tutti sulle dita delle mani.

Il povero Di Carlo penso mi abba odiato fin da subito con le millemila domande che gli ponevo, tanto che ad ogni intervallo mi guardava e chiedeva: "Silvia, hai domande?"

Tralasciando questi particolari, a fine evento Livia mi parla e mi dice: "ho visto il tuo entusiasmo, che ne dici di scrivermi qualcosa su questa giornata così ho un parere esterno?"

sono tornata a casa entusiasta e ho scritto "Uno spettacolo di pasticceria", raccontando nel modo più oggettivo e soggettivo quello che avevo vissuto. Senza difficoltà, mi sembrava di avere così tanto da dire che le parole si disegnavano sullo schermo senza il minimo sforzo.

Poche ore dopo aver cliccato il tasto invio, ho ricevuto la risposta: "Grazie, lo pubblicheremo sul prossimo numero".
Non ci credevo. Da quel giorno non ho smesso di scrivere. E spero di non falo mai.
Ciò che ci accade per caso, spesso e volentieri, sono le cose migliori che ci succedono.
E così è stato.

Vi allego il testo dell'articolo per chi volesse dargli una sbirciatina :)

Per chi volesse vedere i video: clicca qui


"Uno spettacolo di pasticceria

Tre personalità, tre mondi, tre chef hanno condiviso la loro maestria guidati da un unico filo conduttore: la passione per il proprio mestiere, la loro filosofia di vita, la pasticceria. Le tre lezioni si sono tenute venerdì scorso presso lo Stand Angelo Po Group a HOST, il Salone internazionale dell’ospitalità professionale in occasione della giornata “Uno spettacolo di Pasticceria” organizzata da Pasticceria Internazionale.
È stata un’esperienza a dir poco entusiasmante ed emozionante. L’intera giornata è trascorsa in un batter di ciglia, rapita dalle dimostrazioni dei tre maestri Iginio Massari, Gianluca Fusto e Leonardo Di Carlo, ed è sorprendente come l’interpretazione personale di ciò che comunemente può essere riassunto nella semplice parola “pasticceria” possa essere espressa con così tanta individualità e trovare un’espressione così multiforme.

IGINIO MASSARI. Il metodo, a regola d’arte

Se dovessi riassumere metaforicamente il pensiero che Massari mi ha trasmesso, prendendo in prestito le sue semplici parole, affermerei che “le creme devono essere lucide, altrimenti sono sbagliate”.
C’è un modo per preparare ogni tipo di prodotto perfetto, o forse più di uno, ma non ci sono risultati accettabili che si discostino da quello che è insindacabilmente perfetto. E non si tratta di esagerazione, si tratta di saper far bene il proprio mestiere, di conoscere gli ingredienti e gli strumenti con cui si lavora. Così Massari ci insegna a ottenere la caramellizzazione della sfoglia, cuocendola sino alla fuoriuscita del 70% di umidità contenuta in essa e solo allora spolverizzandola con lo zucchero (evitando in questo modo le cosiddette “macchie di leopardo”). Così la crema rimane lucida e liscia fino a che non si supera il punto di cottura delle uova. Impariamo che il riso più adatto per le creme è il Roma poiché i chicchi rimangono intatti durante la cottura. Nella crema ganache si può utilizzare il burro in alternativa alla panna poiché più gradevole al palato, ma bisogna essere consapevoli che conserva una memoria storica, quindi è necessario addizionarlo a freddo per far sì che non solidifichi e mantenga la propria cremosità. E ancora, per preservarne la fragranza è bene utilizzare un sottile velo di burro di cacao che impedisca alla pasta frolla di assorbire l’umidità degli ingredienti e delle farciture con cui è a contatto. Nozioni e consigli trasmessi quasi senza accorgersene che trovano la loro materializzazione concreta nei dessert proposti dal Massari: una sfoglia fragrante perfettamente caramellata, ripiena di crema di riso e adagiata su un letto di una crema pasticcera lucidissima e liscia seguita da piccoli pasticcini di pasta frolla sottile e croccante, ripieni con crema ganache, al palato liscia come velluto, ma dotata di una corposità effimera che subitamente si scioglie al calore della bocca sprigionando intenso sapore.
Ciò che più colpisce è la capacità di Massari di stupire con la semplicità, senza cercare di stravolgere gli schemi e toccare tasti emozionali grazie ad abbinamenti innovativi, ma rendendo uniche le sue preparazioni, per quanto semplici possano erroneamente sembrare, dal rigore della perfezione.

GIANLUCA FUSTO. Una creatività che sconvolge appagando i sette sensi.

Su una scia totalmente opposta a quella appena descritta si colloca Gianluca Fusto. L’ovvio non fa per lui e conoscendo alla perfezione il campo in cui si destreggia può teatralmente rivoltarlo creando un’immagine e un prodotto nuovo, completamente disconnesso dai canoni classici di quello che nell’immaginario comune è il dessert al piatto. Il Green Dessert, dove le note del sedano, della mela verde e del finocchio si incrociano perfettamente in un gioco di consistenze, sapori, colori, profumi, suoni. Ma i sensi interpellati nel gioco non sono mai solo cinque, bisogna considerare anche quelle sensazioni indirette che non possono essere ricondotte ad alcuno di questi. Così il piccante, il tannino e il mentolato, ossia quelle reazioni chimico indifferenziate non percepite dalle papille gustative adibite a captare il sapore di ciò che degustiamo; così le reazioni termico-tattili-boccali che si sviluppano durante la masticazione e modificano l’ambiente interno al nostro cavo orale con la masticazione e la salivazione.
Il dolce di Fusto appaga i sette sensi, e il suo approccio è nettamente coerente all’impostazione che dà alle sue “opere”: si presenta con un video e non cerca di trasmettere la ricetta fine a se stessa, bensì la filosofia alla base del suo lavoro, la costante ricerca provocatoria di stupore che tuttavia non può che lasciare appagati e soddisfatti coloro che si ritrovano ad assaporare i suoi piatti, indotti a giocare per scoprire quali innovativi abbinamenti si nascondono all’interno dei suoi pittoreschi dolci.

LEONARDO DI CARLO. La tavola periodica degli ingredienti nelle paste friabili.

La pasticceria è passione, è arte, è creatività, ma alla base è una concatenazione di processi chimico-fisici che permettono di raggiungere un determinato risultato. La croccantezza, la friabilità, la sofficità, la lucentezza e tutte le altre caratteristiche qualitative e sensoriali sono frutto delle reazioni tra gli ingredienti in esso adoperati che contribuiscono a creare le peculiarità del prodotto.
Leonardo di Carlo ha affascinato il pubblico con una vera e propria lezione, ripercorrendo una scala di paste friabili dalle differenti caratteristiche, dovute sia al metodo adottato, sia alla percentuale di ingredienti adoperata, spiegando meticolosamente la funzione delle categorie di elementi utilizzati nella preparazione. Premetto che i quattro assaggi di pasta sablé e pasta frolla erano a dir poco strepitosi: il primo una “semplice” pasta frolla, poi una sablé alle nocciole, una croccantissima al cacao e per finire, una sablé alle spezie. La sua lezione non ha unicamente illustrato la bravura e la filosofia dello chef attraverso le degustazioni, ma anche e soprattutto la rara e preziosa capacità di trasmettere il proprio sapere con entusiasmo. Fondamentale è sapere che all’aumentare della quantità di burro aumenta la friabilità della pasta, ma che questa ne risente se il burro è troppo caldo poiché l’acqua libera agisce sul glutine aumentandone l’elasticità. O ancora che le uova favoriscono l’emulsione dello zucchero e grazie alle proteine legano l’impasto. Ed è interessante capire che esistono due componenti all’interno del “backing”, il bicarbonato di sodio e il bicarbonato di ammonio, uno basico e l’altro acido, che reagiscono in maniera diversa e che gli ingredienti caratterizzanti come spezie, cioccolato e frutta secca possono interagire con gli altri componenti e modificare la consistenza della pasta.

I saluti, i ringraziamenti e i complimenti hanno concluso la splendida giornata, accompagnati dal sorriso soddisfatto degli chef e del pubblico. Forse per coincidenza, forse per scelta, i tre maestri hanno portato in scena la loro personalità trasmettendo sinergicamente le basi di quello che è l’universo in cui gravitano: sebbene  sia l’approccio sia le prospettive da cui osservano il mondo della pasticceria siano molto personali, credo che la giusta miscellanea delle loro peculiarità sia il connubio fondamentale per operare nel settore. Il rigore della precisione di Massari, la creatività, il gioco e l’appagamento dei sensi di Fusto e l’approccio scientifico di Di Carlo: è in questi aspetti che si nasconde il segreto della magia e dell’essenza della pasticceria."


mercoledì 5 marzo 2014

pasqua 2014: choco animation

Ci guardano, ci dicono che non sono stati loro a rubare le carote. Forse sorridono sotto i baffi per il gomitolo appena rubato. O si sollazzano all'ombra di un bel fungo.

Sono buffi, sono teneri e sono come mi immagino un mondo di cioccolato  <3

Peccato per la chablonatura di cui chiedo venia perchè ho sbagliato pistola... per il resto... Molto soddisfatta :)

Che ne pensate?

Photo by Roberto Garani











e questo con la pasticceria non ha nulla a che vedere

Sono in un momento in cui ho bisogno di scrivere. Non so se vi capita mai. Forse c'è chi si fuma una sigaretta o chi si mette a cucinare per un esercito. Io scrivo, se non posso pasticciare. 

In ogni modo... c'è bisogno di trovare qualcosa in cui credere, qualcosa per cui alzarsi le giornate e avere voglia di viverle. Che sproni a essere sempre meglio e voler sempre crescere.
Siamo d'accordo, l'amore è importante. Io, senza, ora come ora sentirei di non avere una parte di me. Di aver qualcosa da dare che rimane sprecato. E poi per come mi sopporta lui... di meglio non potrei trovare. :) 

Però parlo di qualcosa di diverso. Di qualcosa che appartiene solo a noi. 
Prima di crearsi una famiglia, prima di sentrici amati da qualcuno e amare a nostra volta, prima di sentici importanti perchè sentiamo di avere delle persone accanto. C'è il sentirsi realizzati, quel piccolo angolo di mondo che sai essere tuo, che nesuno può portarti via e dove combatti con tutte le tue forze per cercare di fare il meglio possibile. Quell'attività che restituisce il sole a un giorno di pioggia e non vi fa rendere conto del tempo che passa. Senza che gli sguardi del resto del mondo abbiano importanza. In cui ci si rifugia quando le cose vanno male. Che dà soddisfazioni, che convoglia l'energia nel fare qualcosa che per noi è davvero grande. 
E in fondo non importa che lo sia anche per gli altri. Perchè a noi basta. Perchè ci fa sentire vivi e rende felici. Se poi si hanno riscontri anche dall'esterno, quella è tutta un'altra soddisfazione. ^_^

Per me questo piccolo paravento magico è costituito da due angoli: la pasticceria e la scrittura.

E non ho intenzione di smettere di buttarmici. In entrambe. A capofitto.


martedì 4 marzo 2014

week end nel food

Premesso che questo week end non posso stare a casa e devo trovare in tutti i modi un escamotage per fuggire... la prima idea balenata in testa, a prescindere dalla fuga tra l'altro, ma che calzava a pennello, era andare a Londra da una mia amica millenaria. Tutavia i voli mi hanno stroncato le gambe perchè decidere due giorni prima non aiuta. 
Le soluzioni che mi si sono prospettate, elaborando un piano di evasione, oltretutto da acquolina in bocca sono due.
Primo, prendere il primo volo per Pargi e andare a Europain. Secondo, Taste a Firenze. 
Per Pargi mi sto mangiando le mani perchè si prospetta il problema del viaggio a londra, aggiungendo i dettagli albergo e ingresso non assicurato perchè non mi sono organizzata per tempo. 
La vignetta base per queste situazioni è sullo stile di Ally McBeal, che vorrebbe un grosso mattone la schiacciasse all'istante. Ma noi non demordiamo... 
Quindi, surfando sul web, troviamo Taste che non ci ricordavamo essere adesso e soprattutto così facimente raggiungibile. A meno che non venga un cataclisma i treni ci sono ed entrare non è un miraggio, tantomeno probabilmente la possibilità di accreditarsi come stampa. :)
Quindi pronti partenza via, sono già proiettata in quel di Firenze a girovagare tra i produttori di qualsivoglia prelibatezza gastronomica e ascoltare dibattiti su lievito madre e sui nuovi mezzi di comunicazione che assorbono anche il mondo del food.

Per avere info delle due manifestazioni cliccate rispettivamente qui: Europain, Taste

Ci vediamo lì?
Spero di no perchè se ne avete la possibilità, emigrate a Parigi!!


lunedì 3 marzo 2014

c'è sempre una prima

L'ho detto oggi prima di iniziare, non era la prima di uno spettacolo e non avevo millemila ascoltatori, ma quando dietro il bancone a parlare e impastare ci sei tu, non importa quanti siano, conta solo il fatto che in quel momento ti stai mettendo in gioco.
Quindi oggi era la mia piccola prima, un gruppetto di dieci pasticceri e la gamma di zuccheri e ricette da presentare. Solo che finchè si trattava di essere dietro un banco ad assistere qualcuno è tutta un'altra storia. Quando le ricette sono le tue e sei tu chi spiega, l'emozione è davvero un'altra. 
Non sai se piacerà, se riuscirai a trasmettere il messagglio, se tutto riuscirà e se effettivamente la giornata servirà a qualcosa. Speri di non annoiare, speri che nulla vada storto. 
E si, può accadere. tutto liscio come l'olio, non abbiamo fatto nemmeno la pausa caffè. E abbiamo assaggiato tutto e trovato tutto buono. 
Me compresa, che forse è la prova più difficle da superare. Si si lo so che c'è molto da migliorare e uno spazio sempre per crescere, ma oggi sono "thinkpositive" quindi il "pat pat" sulla spalla per autocongratularmi un pochino, me lo do.

Cosa abbiamo fatto? 

- Un bignè con la crema al carafin e la glassa al passion fruit

- Un mignon con una mousse al caramello e l'interno croccante alla nocciola

- Un semifreddo alla vaniglia con interno alla pesca e brownie

- Un frollino al carafin e frutti di bosco

Volete qualche ricetta? :)



pasqua 2014: tra zucchero e cioccolato

Toglietemi tutto ma non il cioccolato. 
Ebbene sì, sono una theobroma dipendente. Mi ha sempre affascinato, non solo dal punto di vista aromatico e gustativo, ma per la sua mutevolezza, per il suo avere regole ben precise che non aspettano nessuno e anzi, esigono che chi lo lavori si adatti ai suoi tempi.
Quest'anno da una parte c'era lui, dall'altra gli zuccheri... e in mezzo la fantasia. 
Ecco da cosa nasce la mia linea pasquale per quest'anno... e questo è quanto:

Nel primo, il cristallo extragrande è stato colorato utilizzando colorante in polvere e alcol 95°
Lo segue un uovo farfalla, in cui zucchero fondente rosa che scende a macchia è stato idratato con un infuso di frutti di bosco senza aggiungere colore
Il terzo uovo è di cioccolato bianco mescolato con il Carafin
Nel quarto è stato creato uno squarcio con il Kandis, a ricordare una pietra preziosa
Infine l'ultimo è un gioco di cioccolato con un inserimento di kandis.

...nel prossimo post parliamo di soggetti in cioccolato! :)







domenica 2 marzo 2014

una pasticceria dietro le sbarre


Devi lasciar fuori tutto. Nessun cellulare nè chiave. Portafoglio o banconote. Solo un documento. Mille controlli e un pass che ti permette di uscire. Attraversi imponenti porte con le sbarre custodite da agenti che difficilmente ti regalano un sorriso. Siamo nel carcere di Padova, insieme a Italia Zuccheri e Stefano Laghi, per entrare nella pasticceria dell'Officina Giotto e parlare di zuccheri e della loro funzione negli impasti. Di cosa stiamo parlando?
All'interno del carcere opera questa cooperativa che permette ai carcerati di ricominciare una nuova vita. Che regala loro qualcosa cui aggrapparsi e da rincorrere con tutte le proprie energie per lasciarsi alle spalle, almeno per un po', le 22 ore chiusi in una piccola cella. Ci sono detenuti che lavorano ai call center, altri che fabbricano bicliclette. E poi ci sono gli addetti alla cucina e i pasticceri. Poco più di una manciata di ragazzi che lo scorso natale ha fatto circa 74000 panettoni. Che ha vinto il premio per la miglio pasticceria. Una manciata di uomini che provengono da realtà molto differenti e che si ritrovano a fare squadra in un contesto totalmente fuori dal comune. 
Nell'immaginario, fin da bambini ci raccontano che chi si trova in prigione già lo riconosci "dalla faccia", tutto tatuato e dall'atteggiamento rude. E non c'è nulla di più sbagliato. Ci siamo ritrovati con persone che hanno più umanità e voglia di imparare almeno della metà dei pasticceri che si trovano in giro. Persone che cercano di imparare un mestiere perchè quando usciranno, se usciranno, avranno un tesoro in mano che potrà restituire loro la libertà. Restituire per davvero.
Incontro Marco che mi racconta essere entrato che era poco più di un ragazzo, che sa che i dieci anni lì non glieli restituirà più nessuno, ma che sono serviti a capire certe cose. E poi c'è "l'uomo immagine delle Officine Giotto" che sorride nella foto manifesto della Pasticceria brandendo orgogliso il frutto del proprio lavoro. Sono persone comuni, qualunque, come il fruttivendolo da cui vai la mattina e il benzinaio che trovi per la strada. Forse sono solo stati più deboli nel non resistere a un impulso, ma non molto diversi da centinaia di persone lì fuori. 
Passiamo una giornata a impastare. A ridere e scherzare. A sentire le loro storie. A condividere attimi che noi nemmeno ic rendiamo conto di quanto per loro siano preziosi.
E a fine giornata, quando devono risalire in cella, il loro "Grazie per l'opportunità che ci avete dato" senti che proviene davvero dal cuore.

Qui il video della giornata: Italia Zuccheri al carcere di Padova

sabato 1 marzo 2014

Italia Zuccheri. Si comincia!

Ricevo una telefonata a novembre, da Stefano Laghi, che mi parla della possibilità di un progetto con Italia Zuccheri. Lo ascolto avvisandolo che se dall'altra parte della cornetta sente muto è perchè sono svenuta. Finisce la telefonata e sono stordita. Non ci credo. Prima o poi mi chiammeranno. Ma per una del "tutto e subito" non è facile aspettare. Eppure ecco che prima di Natale ricevo una mail con una data e ora per incontrarci e mi trovo nei loro uffici a firmare un contratto e fare formazione. 
Pronti partenza via e da gennaio sono operativa. 
In due mesi ho fatto 6000km. Si si, non sono troppi zeri, ma sono sicuramente più di quelli che abbia mai guidato in tutta la mia vita. E adesso ho anche una giacca ufficiale. Con il mio nome. Che orgoglio. Che paura. Che emozione. Non ve la so nemmeno descrivere.
E dopo i primi giri di screening da lunedì si mettono le mani in pasta vere e proprie: ve lo dico, ho una paura FOLLE. Ma è questo il bello del gioco no?


under construction

Ok ok eccoci qui... pian piano prende forma e finalmente posso anche scrivere, non solo più foto! Ovviamente ancora tutto "under construction" :)

Buona serata e buon week end!