Se mi chiedessero in questo istante cosa significhi la parola "concorso"
risponderei con una sfilza di coppie di opposti. Perchè un concorso è
una vita vissuta ai mille all'ora in un solo anno, dove si susseguono e
si alternano sensazioni e sentimenti. Dove vivi ogni situazione
concentrata ed espansa come sotto una lente di ingrandimento. Perchè sai
che in quell'anno devi costruire un palazzo da zero, insieme ai tuoi
allenatori che ti indicano la strada ma ti lasciano camminare sui tuoi
passi, facendoti fare una sorta di riduzione a fuoco lento di tutte le
tue idee, in un tempo che sembra sempre troppo poco. E di questo li ringrazio: Davide Malizia, Gianluca Fusto, Mario Romani e tutti gli sponsor, perchè loro per primi hanno creduto in me.
Un concorso è un mare di sorrisi e una marea di lacrime.
E' un
insieme di giornate in cui prenderesti un lanciafiamme e bruceresti
tutto e altre in cui sei soddisfatto, in qualsiasi modo le ventiquattro
ore possano finire, perchè le altre 23 sono filate come volevi.
E' delusione e appagamento.
E'
divertirsi come dei bambini a realizzare i progetti come li immaginavi
ed essere disperati con le lacrime da coccodrillo quando ti sembra non
esista soluzione.
E' ore di sonno che mancano e non sono mai
abbastanza e sapere che per riposarsi si avrà del tempo in un poi non
ancora definito.
Concorso è passare la giornata chiusa in un
laboratorio con Valerio e riuscire a sopportarci ancora dopo quasi un
anno, anzi essere diventati amici.
Concorso è sacrificio, ma è
anche un sogno, ed auguro a chiunque abbia voglia di mettersi in gioco
di affrontare questa impresa. Anche se arrivato ad un certo momento non
si vede l'ora di mettere il punto perchè ti senti davvero sfibrato.
Ma
a 15 giorni dalla gara ti rendi conto che quel punto che prima era una
luce lontana ora è tanto più vicino. Anzi, è proprio qui. E per
concludere con questa sfilza di opposti, non vedi l'ora che arrivi per
essere lì a presentare un anno intero di lavoro. E hai una paura folle
che sia così vicino. Proprio dietro l'angolo.
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