venerdì 25 marzo 2016

Fuoribinario Bistrot

La scorsa settimana ho mangiato su un treno. No no, non si tratta degli squallidi pasti che i pendolari sono costretti a sgranocchiare a bordo dei vagoni che sfecciano per tutta italia. Si tratta di un piccolo ristorante, con una ventina di coperti, a Rodano, in provincia di Milano. Uno di quei posticini che fai fatica a credere che esistano, che ti trasportano in una realtà parallela come succede ai personaggi di Woody Allen in Midnight in Paris.
Immaginate una vecchia locomotiva e un vagone, con le rifiniture il bronzo e il tetto stondato. Quella che qualsiasi bambino disegnerebbe come tale. Questo è Fuoribinario Bistrot

(Fonte https://fuoribinariobistrot.wordpress.com/)

Sali la manciata di gradini all'ingresso ed entri nel vagone. Tutto è in legno e i piccoli tavolini apparecchiati a puntino. La tovaglietta ricamata, i bicchieri bordati oro. 
Ma quello che stupisce è il menù, niente affatto tradizionale, da cui sprizza la fantasia di chi l'ha composto. 

 
(Fonte https://fuoribinariobistrot.wordpress.com/)

sabato 12 marzo 2016

Un'esperienza emozionante: cerimonia di laurea all'Università di Scienze Gastronomiche

Una giornata che potrei definire con una sola parola: emozionante. Immaginatevi un politico, un grande uomo, un musicista e... Io. Sembra l'inizio di una barzelletta e invece è il riassunto troppo corto di una giornata splendida. 

Sono stata invitata come ospite d'onore con Pisapia e Pagani alla cerimonia di laurea dell'Università di Scienze Gastronomiche. Con Carlin Petrini che ti fa i complimenti e che quando gli chiedi una foto ti risponde: "no no, sono io che la chiedo a te." ...Onorata di indossare il prezioso tabarro. 


Era da quando mi sono laureata nel 2012 che non ci tornavo. E fa uno strano effetto perché è sempre un piccolo borgo incantato e lo sai che alla fine essere passata di lì ti ha cambiato la vita. Perché come ho detto ai ragazzi nella chiesa dove si è tenuta la cerimonia, ciò che davvero conta di Pollenzo non è ciò che si studia, ma l'aria che si respira e che si percepisce. Conta come Pollenzo ti porta a guardare il mondo, a cambiare prospettiva in primis sul cibo, ma anche sul lavoro, sui rapporti e sulla terra stessa. 


E c'erano un sacco di occhi che mi fissavano con ammirazione e speranza, perché conosco bene la sensazione di felicità di aver conseguito il traguardo ma l'altrettanto smarrimento perché non sai cosa ti aspetta dopo. Eppure è proprio adesso che si comincia a ballare, che viene il bello e che non smettendo mai di mettercela tutta i propri sogni diventano sempre meno lontani, fino a quando si riesce ad afferrarli. Se mi guardo indietro ora, mi sembra di aver vissuto in altra vita troppo lontana da quella in cui mi trovo oggi. E invece eccoci qui. E la cosa ancora più bella è che chi mi ha conosciuto allora, mi ha trovato la stessa sbarbatella con la stessa passione negli occhi. Ed è questo che io auguro a tutti i ragazzi, di non perdere mai quella luce che muove il cuore e la pancia, quella che si trova proprio infondo agli occhi, tanto piccola quanto preziosa.  Perché è lei che ti fa continuare quando vorresti mollare ed è lei che ti fa sentire viva e ti dà un'energia che non ti immaginavi di poter emanare.