sabato 13 febbraio 2016

"Se puoi sognarlo, puoi farlo"

Posso ritenermi davvero fortunata. Perchè mi sento l'incarnato moderno di Walt Disney, che ci diceva "se puoi sognarlo, puoi farlo". 
E io sono così, ho l'innata versatilità di essere fin troppo testarda e non mollare la presa. Ma mi rendo conto di non potermi lamentare. Ho un lavoro che mi invento giorno dopo giorno, che mi regala soddisfazioni, non ultimo un titolo mondiale. Uso la fantasia con una spatola o con una penna in mano. E talvolta ora con l'aerografo. Vado in crisi e mi torna il sorriso con un nonnulla. E quindi si, praticamente non lavoro nemmeno un giorno della mia vita, come dice il famoso detto. 


Se penso alla laurea e all'università mi sembrano passati secoli. E invece sono tre anni questo aprile. E' come se nel passaggio tra i due mondi fossi morta e rinata. Come se stessi vivendo la mia seconda vita. E mirendo conto che non potrei tornare in quella di prima perchè la troverei estremamente noiosa, anche se sono fermamente convinta che sia quella che mi ha portato ad essere come sono oggi. E si, mi ha cambiato la vita Cast Alimenti e quella donna straordinaria che è Livia Chiriotti. Mi ha cambiato la vita Stefano Laghi, che mi ha dato fiducia senza conoscermi mentre pulivo un'aula nella settimana di prova perchè ha visto una luce nei miei occhi che so che ha riconoscito. Mi hanno cambiato la vita Davide Malizia e Gianluca Fusto. Ma non parlo di concorso o campionati. Parlo di rapporti umani. Parlo di quel tipo di rapporti che si instaurano per rispetto e stima reciproca. Che non conoscono doppie facce e che fanno si che se hai bisogno le persone ci siano e basta. 

Perchè per il resto come dice uno dei miei più grandi maestri "Campioni si è dalla nascita, non lo si diventa, e lo si è prima nella vita, poi sul lavoro. E tu hai intrapreso il cammino per l'essere, non solo quello del saper fare. quindi vai avanti così come sei, rimani te stessa e continua a semirare che raccoglierai i frutti del tuo percorso"

giovedì 4 febbraio 2016

Non so da dove cominciare

E' la prima volta dopo il concorso che mi siedo di fronte al computer e scrivo. E non perchè non abbia nulla da dire e da raccontare, ma perchè le emozioni che turbinano sono così tante che non so da dove partire.


Innanzi tutto mi sono trovata a rispondere a tantissime interviste perchè qualcuno voleva scrivere di me. Quando solitamente sono io che scrivo le domande e che romanzo qualcosa intorno a qualcuno che mi affascina e che dietro gli occhi ha tanto da raccontare. E invece questa volta il microfono è puntato nella direzione opposta e io sono impacciata da quella parte, che non so nemmeno bene cosa rispondere a domande che parlano di futuro. Perchè si dice sempre che bisogna vivere nel presente e ora è forse la prima volta in cui lo faccio per davvero. Non rimpiango il passato e non anelo il domani. Sono qui e mi faccio trascinare da questa splendida corrente che mi travolge. E respiro nel fiume a pieni polmoni.

E' stato un anno intenso, che è finito nel momento in cui Valerio mi ha guardato e mi ha detto: Eccoci qui Silvia, ce l 'abbiamo fatta. E aveva ragione. E' stato un anno difficile, bellissimo, in cui i due girni di gara sono solo la piccola punta dell'iceberg immerso che in quel box nessuno può vedere. Quei due giorni sono la parte più semplice, e vi assicuro che non l'avrei mai pensato. E' stato un anno che ora non ripeterei, ma che rifarei senza dubbio se tornassi indietro. E avrei mille foto da condividere per raccontarlo. Mille momenti che a ripensarci mi fanno scoppiare a ridere o sprofondare in lacrime. Mille cose che già mi mancano, mille emozioni che mi hanno attraversata.


Perchè la Silvia di oggi è la Silvia di ieri, ma non è quella di un anno fa. E vorrei che chunque intraprendesse la scelta di fare un concorso promettesse a se stesso di godersi nel bene e nel male,  tutto l'anno di preparazione in ogni singolo istante, perchè non saranno quelle 16 ore dietro al box ciò che ci si porta con sè, ma tutte le esperienze che fanno crescere nel corso dei mesi, i progetti che prendono forma da zero, le risate e le persone incontrate nel cammino. Le descussioni e le delusioni, la gioia e le soddisfazioni. L'essere stato in grado di stupirti della tua tenacia e delle tue capacità che nemmeno tu credevi di possedere. Perchè si, un concorso non va vissuto solo pensando alla possibile gloria della vittoria, ma al viaggio, un'opportunità di crescita e una fabbrica di ricordi che non ha paragoni.