martedì 27 ottobre 2015

Il più grande pasticcere, secondo ciak!

E per seguire le orme della piccola grande Naausica​...vi auguro di divertirvi, di volervi bene e di godervi questa avventura. Vi auguro di non smettere mai di essere voi stessi, a qualunque costo, anche se qualcuno sparlerà o vi criticherà. Vi auguro di mettercela tutta ma mai a scapito degli altri, di non sparlarvi alle spalle, perchè in cambio non ne avrete un bel niente. Vi auguro di imparare ad essere leggeri e di non piangere. Vi auguro di sorridere e ridere, di condividere e di abbracciarvi. Vi auguro di vivere questi mesi come una gita di classe e di creare legami come quelli che si sono creati tra noi dieci buffi personaggi. E soprattutto vi auguro di non rimanere delusi e di conservare per voi il ricordo di un'esperienza unica, senza dimenticare che la vita reale è fuori da quella scatola a colori e che probabilmente tra qualche anno nessuno si ricorderà di noi, ma ci rimarranno le persone, i rapporti e tanti bei momenti stampati dietro agli occhi, soprattutto quelli che non sono di fronte a una telecamera.
Perchè comunque vada sarà un successo, perchè mio papà aveva ragione a dirmi che è dalle sconfitte che si impara e non dalle vittorie, e perchè le dinamiche della vita vera sono tutte altre e i treni continuano a passare. Sta solo a noi riuscire a salirci.
E quindi vi auguro un in bocca al lupo con questa foto, l'ultima che abbiamo scattato tutti insieme all'ultima registazione, pubblicata per l'articolo che ho scritto, dedicato alla trasmissione, e uscito su Pasticceria Internazionale​.


Buon viaggio e su il cappello!
 
"Il telefono squilla a venti giovani pasticceri sparsi per l’Italia. E’ la redazione che che li avvisa aver superato il primo provino ed essere convocati per il secondo, quello decisivo: ne sceglieranno solo dieci dalle centinaia che si sono candidati. Tutti in viaggio per incontrarsi a Tuscania, ancora sconosciuti l’uno con l’altro, in un panorama bello da spezzare il fiato in mezzo alle colline della provincia di Viterbo: la Boscolo Etoile Accademy.
Passa la giornata, ognuno prepara il proprio cavallo di battaglia, provando per la prima volta cosa significhi l’impatto con le telecamere. La stranezza di essere osservati quando di solito si lavora tra le quattro mura del proprio laboratorio lontano da qualsiasi occhio, anche da quello dei clienti. Poi si torna a casa e la tensione dell’attesa sale, come quando a sedici anni si aspetta la telefonata del ragazzo dei propri sogni.
E dopo giorni quel telefono squilla. Inizia l’avventura senza nemmeno rendersene conto. Senza che ancora se ne percepisca effettivamente l’essenza.
Perché si è abituati a guardare la televisione dal proprio comodo divano e tutto sembra liscio come l’olio e semplice ma, esagerando il paragone, è come veder finito l’affresco della cappella Sistina o essere uno dei pittori che hanno aiutato a completarlo. Questione di prospettive probabilmente. Che poco si comprendono se non ci si trova nella situazione.
Per chi si intende di pasticceria, si dimentichi per un attimo tutto il proprio mondo. In laboratorio si conoscono gli spazi e le attrezzature, ci si programma la produzione e si sa che certi tempi non sono gestiti dai propri bisogni ma dalla materia che si va a lavorare: il cioccolato temperato non ti aspetta per cristallizzarsi e il lievito madre non si velocizza perché hai fretta. Ma questa volta sono i tempi delle riprese a dettare il tempo. E non solo. La temperatura di un laboratorio non raggiunge mai 28 gradi se non nelle calde giornate d’estate e mai si penserebbe a fare certe lavorazioni a quelle condizioni, ma qui ci sono luci e contro fari che scaldano più del sole e bisogna in ogni caso andare avanti. Perché durante le prove a tempo non si interrompe mai la registrazione ed è come fare la prova per un concorso senza non essersi mai allenati. Una volte comunicate le sfide si dà inizio alle danze, senza ricettario, senza qualcuno che possa darti un consiglio. E il tocco in più lo dà l’agitazione delle telecamere e il sapere che ci si sta giocando il tutto per tutto.
Ma andiamo per ordine… Se come prima azione della giornata siete abituati ad infornare i croissant,  qui dovete dirigervi al trucco e parrucco affinché le due truccatrici esaltino il meglio dei vostri lineamenti. Subito dopo c’è la costumista. Non credete che qualcosa sia lasciato al caso. Se un ciuffo è fuori posto, è perché quel ciuffo deve essere lì. Anche perché prima ancora di essere pasticceri siamo un arcobaleno colorato di personalità che si cerca di evidenziare il più possibile. Non cambiano nulla di noi, solo ci rimettono a nuovo. E tutto lo staff è veramente bravo nel proprio lavoro. Giusto e bello sia così, altrimenti vi immaginate che noia?
Una volta tutti pronti si spara il colpo della partenza. Noi dieci, i giudici (Roberto Rinaldini, Luigi Biasetto, Leonardo di Carlo e nelle esterne Iginio Massari) e Caterina Balivo: per quindici persone sotto i riflettori ci sono più di cinquanta ombre silenziose che muovono i fili di telecamere, luci, audio, organizzazione, regia… Tutti ai propri posti, tutti coordinati.
Si comincia. Ogni scena si ripete finché non è perfetta. Come giustamente deve essere, come se fosse un film. E la puntata di un’ora e mezza è girata in una settimana. Da mattina a sera. Solo le prove hanno il tempo inesorabile che gli spettatori vedono senza filtri poiché non esiste stop. Si torna a casa solo per cambiare la valigia.
Nessuno di noi conosce le prove in anticipo, e l’attesa tra i duelli e i verdetti sono estenuanti. Anche perché ognuno di noi sa che più che combattere contro gli avversari, combatte contro se stesso.
È stato complicato per tutti noi, ma l’esperienza che abbiamo vissuto è stata intensa e meravigliosa. Ci h risucchiato da tutto il resto come a tornare in una gita del liceo, vivendo praticamente 24 ore su 24 con altre persone che pochi giorni prima si conoscevano solo di vista o non si conoscevano affatto. Persone con cui si instaurano legami forti, totalmente inaspettati. Perché non solo si passa una miriade di tempo insieme, ma si condivide un’esperienza unica e fuori dal consueto, che come ci ha detto il Maestro Massari, ci “rimarrà nei ricordi per sempre e a qualcuno, potrebbe anche cambiare la vita.”"



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